Nasce la Rete toscana delle professioni
10 Febbraio 2015L’associazione riunisce gli Ordini degli ingegneri, dottori agronomi e forestali, geologi, architetti, chimici, periti industriali, periti agrari e geometri. “Procedure burocratiche sono spesso labirinti senza uscita”
Professionisti di tutta la Toscana, unitevi: è nata ieri la Rete toscana delle professioni tecniche, il network che riunisce rappresentanti degli Ordini degli ingegneri, dottori agronomi e forestali, geologi, architetti, chimici e dei Collegi dei geometri, periti industriali e periti agrari della regione, per un totale di oltre 43mila professionisti.
Un’associazione senza scopo di lucro che vuole dare una rappresentanza omogenea alle professioni di area tecnica e scientifica, presentandosi con più forza nel rapporto con le istituzioni.
I numeri sono notevoli, ma la struttura sarà leggera e rappresentativa di tutte le categorie. Nella prima seduta del consiglio, l’ingegnere Paolo De Santi è stato eletto coordinatore, l’architetto Alessandro Jaff vicecoordinatore e il geometra Michele Mariottini segretario.
Le tre cariche sono ricoperte a titolo gratuito (così come il ruolo di consigliere) e dovranno obbligatoriamente cambiare ogni due anni. Nuova voce e dignità “Vogliamo ridare voce e dignità – dice il coordinatore Paolo De Santi – al ruolo dei professionisti e alla considerazione sociale del loro lavoro, sia nell’attuale situazione economica che per quanto riguarda le prospettive future delle professioni.
Crediamo che la creazione della Rete consentirà una rappresentanza più incisiva della funzione delle nostre professioni. Per questo chiediamo di poter partecipare al tavolo di concertazione della Regione Toscana, al pari delle altre forze sociali ed economiche che ne fanno già parte e per dare un contributo positivo all’elaborazione di norme e disposizioni di primaria importanza per i cittadini”.
Contro il caos normativo Fra i primi obiettivi della Rete la richiesta di razionalizzazione di norme e procedure della Pubblica Amministrazione, incentivando la qualità progettuale e ambientale degli interventi sul territorio.
“Oggi Stato, Regione e Comuni hanno competenze in materia che si sovrappongono, creando una grande confusione e a volte una vera e propria incertezza del diritto. Noi non siamo per la deregulation, ma per una regulation coerente e di semplice applicazione che dia spazio alla qualità dei progetti: le norme servono e vanno rispettate, ma devono essere coerenti e di semplice applicazione”, dice il vice-coordinatore Alessandro Jaff.
“Anche gli iter burocratici – continua Jaff – sono spesso un labirinto in cui si gira a vuoto, perché ogni Ente ha procedure, modalità e interpretazioni spesso diverse dagli altri Enti. Per questo sosteniamo con forza l’introduzione delle nuove tecnologie nella Pubblica Amministrazione, che possono portare ad una standardizzazione e semplificazione degli adempimenti”.
“In questo senso – conclude Jaff – ci ritroviamo pienamente nelle parole del nuovo Presidente della Repubblica, che ha esortato la Pubblica amministrazione a declinare i principi costituzionali, adeguandosi alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e alle sensibilità dei cittadini, che chiedono partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti, coerenza nelle decisioni. E intendiamo portare la pressante richiesta ed il contributo propositivo dei professionisti per il rapido raggiungimento di questo fondamentale obiettivo”.